Custodisco con grande tenerezza il ricordo di quando ho avuto il piacere e l’onore di cantare di fronte a Papa Giovanni Paolo II: una figura carismatica, uno spirito superiore che – per noi credenti – ha rappresentato già in vita il ponte più fulgido tra l’esistenza terrena e il trascendente.
Ho memoria, tra l’altro, di un gesto d’affetto che mi ha riempito il cuore, quando posò paternamente la sua mano sulla mia spalla. E risuonano ancora in me le sue parole, forti eppure dolcissime, attraverso le quali scuoteva le coscienze. Era indubbiamente un uomo nel quale il dono della fede risplendeva in modo davvero speciale.
È stata una figura carismatica, ha saputo parlare alla gente con semplicità, avvicinando le nuove generazioni al cattolicesimo; un papa che ha cambiato la storia, propulsore e protagonista di mutamenti epocali, anche a livello geopolitico.
Ho festeggiato con entusiasmo la sua canonizzazione, nel 2014, così come oggi partecipo col cuore alla ricorrenza del centesimo anniversario della sua nascita, orgoglioso di averlo potuto conoscere e convinto del suo sguardo misericordioso, che dall’alto continua a proteggere le donne e gli uomini di buona volontà.
Al pensiero di Papa Wojtyla risuonano subito, in me come immagino in tantissimi fedeli nel mondo, le sue potenti parole: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!”.
Nel quarto di secolo abbondante di pontificato, nei suoi oltre cento viaggi in ogni parte del mondo, ritengo abbia dato un contributo fondamentale al cammino di fede dell’umanità. Quella fede che, accanto alla ragione – sono sue parole – disegna “come due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità”. Fede che resta lo strumento più “ragionevole”, appunto, per spiegare le meraviglie del Creato. A volte, credere può sembrare difficile, ma come scrive Tolstoj sul suo diario, lo è “come può esser difficile fuggire da una stanza in fiamme per l’unica porta spalancata!”.
Siamo fragili, dobbiamo difenderci dalla pigrizia e dall’orgoglio; orgoglio che è l’ostacolo più grosso che l’uomo incontra nel suo cammino verso la fede e la verità… Ed ecco che, in soccorso, la provvidenza invia profili superiori, uomini di Dio, illuminati da una grazia superiore, quali appunto San Giovanni Paolo II, che continua ad intercedere per noi, ad incoraggiarci. E sembra ancora risuonino le sue parole: “Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro”.
Il testo raccolto da Włodzimierz Rędzioch è stato pubblicato in polacco sul settimanale “Niedziela”