VIA CRUCIS

Tenendo in mano il Testamento di Giovanni Paolo II, mi sono reso conto di star leggendo la sua strada verso la santità, che ha avuto varie tappe. Meditando sul testo, esso ha cominciato come a disporsi in quattordici stazioni. E’ stato per me il segno che il testamento va non solo letto, ma meditato in preghiera. Allora per la prima volta ho fatto da solo la Via Crucis sulla base di quel testo.
Ho scritto le mie meditazioni e quando sulla loro base ho fatto la Via Crucis con persone a me vicine, mi sono convinto che nel tempo della peghiera Giovanni Paolo II ci apre con gran forza verso Dio. Mi sono sentito interiormente costretto dal papa santo e da coloro che leggevano questo testo, a condividerlo.
Dopo la morte del papa Giovanni Paolo II, uno dei giornalisti mi ha chiesto: “Cosa ha perduto”? Ho risposto: Ho perso non solo un Padre santo qui sulla terra, ma ho perso la casa alla quale egli tante volte mi aveva invitato”. Durante questa Via Crucis ho scoperto che non avevo perso nessuno; il Santo Padre era ancora accanto a me e mi aiutava a vivere nell’atmosfera della sua casa pontificia.
Mi auguro che la Via Crucis fatta con chi mi è vicino, dal testamento di Giovanni Paolo II, aiuti ciascuno di voi ad edificare una casa felice sul modello della casa che il santo papa voleva offrire ad ogni uomo.
Don Jacek Konieczny

INTRODUZIONE
Cari fratelli e sorelle in Cristo!
Durante questa Via Crucis mediteremo il testamento del santo Giovanni Paolo II, il Papa delle famiglie. Sulle stradine di Kalwaria lo accompagnava suo padre e poi egli stesso, come padre della diocesi, accompagnava noi, suoi fratelli e sorelle nella fede. Per la comunione dei Santi e l’amore a questo luogo, il Papa santo anche oggi è con noi. Egli che nella sua vita, specie nei suoi ultimi anni, ha sperimentato il peso della croce e nello stesso tempo anche dell’amore che da essa sgorga.
Rivive nella nostra memoria il suo ultimo Venerdì Santo, dell’anno 2005. Abbiamo davanti agli occhi il commovente fatto di quando nella sua cappella, con visibile sofferenza nel viso, abbraccia la croce. Col suo stringersi alla croce, dice con s. Paolo: “…sono stato crocifisso con Cristo” (Gal 2,20). Egli quindi, il nostro amato Santo Padre Giovanni Paolo II, sia il nostro modello di amore e di attaccamento alla croce di Gesù.
Cari discepoli di Gesù, ognuno di voi, facendo con lui la Via Crucis, porta la sua croce. Nella nostra vita sono molte le croci, di natura fisica o spirituale. Ci sono, fra le altre, le croci dei tradimenti matrimoniali, dell’alcoolismo, delle difficoltà nell’educazione dei figli. Ci sono le croci delle calunnie, della solitudine, delle malattie e quelle che solo Dio conosce. Tutte le umane croci le ha prese sulle sue spalle il Signore Gesù; le ha prese per amore e attraverso l’amore le ha convertite nella sua croce della nostra salvezza.
Grazie a te, Gesù, per la tua croce. “Nella croce la sofferenza, nella croce la salvezza, nella croce la scienza dell’amore”.
Signore Gesù Cristo, apri il nostro cuore alla tua verità sulla croce, scoperta nel testamento di Giovanni Paolo II, verità che ha tanto fortemente brillato nella sua vita. Amen.
Card. Stanislaw Dziwisz
metropolita di Carcovia

STAZIONE I

Gesù condannato a morte
Pilato disse loro: “Ecco l’uomo” (Gv 19,5)
Sac. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

“Nel Nome della Santissima Trinità. Amen.
«Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà» (cfr Mt 24, 42); queste parole mi ricordano l’ultima chiamata, che avverrà nel momento in cui il Signore vorrà. Desidero seguirlo e desidero che tutto ciò che fa parte della mia vita terrena mi prepari a questo momento. Non so quando esso verrà, ma come tutto, anche questo momento depongo nelle mani della Madre del mio Maestro: Totus tuus. Nelle stesse mani materne lascio tutto e tutti coloro con i quali mi hanno collegato la mia vita e la mia vocazione. In queste mani lascio soprattutto la Chiesa, e anche la mia nazione e tutta l’umanità. Ringrazio tutti. A tutti chiedo perdono. Chiedo anche la preghiera, affinché la Misericordia di Dio si mostri più grande della mia debolezza e indegnità”.
Meditazione:
Per mettersi in cammino sulla strada del matrimonio e della famiglia, specie se si tratta talora di una via della croce, servono fiducia, il dire a Maria, come il Papa:„Totus tuus: Tutto tuo”. Ogni coppia che ha fiducia in Dio, è nelle mani della Madre, Signora di Kalwaria. Lei conosce, meglio di tuttti, di cosa abbiano bisogno gli sposi novelli e coloro che si sono sposati già da molti anni. Il Papa vigilava sul suo cuore perché Dio fosse sempre in esso. Se basi la tua vita, il tuo matrimonio, sui comandamenti di Dio, sulla sua grazia, allora anche di te si potrà dire: “Ecco un uomo che apporta amore e felicità”.

STAZIONE II

Gesù è caricato della croce
Disse loro Pilato:
„Prendetelo voi e crocifiggetelo” (Gv 19,6).

Sac. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

“Durante gli esercizi spirituali ho riletto il testamento del Santo Padre Paolo VI. Questa lettura mi ha spinto a scrivere il presente testamento.
Non mi lascio dietro nessuna proprietà di cui mi spetti disporre. Quanto alle cose di uso quotidiano che mi sono servite, chiedo di distribuirle come apparirà opportuno. Gli appunti personali siano bruciati. Chiedo che su questo vigili don Stanislao, che ringrazio per la collaborazione e l’aiuto così prolungato negli anni e così comprensivo. Tutti gli altri ringraziamenti, invece, li lascio nel cuore davanti a Dio stesso, perché è difficile esprimerli.
Per quanto riguarda il funerale, ripeto le stesse disposizioni, che ha dato il Santo Padre Paolo VI. (aggiunta al margine: sepolcro per terra, non in sarcofago, 13.3.92). Del luogo decidano il Collegio cardinalizio e i connazionali”.
“«Apud Dominum Misericordia et copiosa apud Eum redemptio» (Giovanni Paolo II, Testamento del 6 III 1979)”.
Dopo la morte chiedo sante Messe e preghiere (Giovanni Paolo II, Annotazione al testamento del 5 III 1990)”.

Meditazione:
La croce non è una questione generale, specie la croce della famiglia. Si tratta di migliaia di piccole cose che si verificano in un determinato luogo e tempo. Le disposizioni del Santo Padre a proposito delle sue cose personali e del suo funerale insegnano che prendere la croce sulle proprie spalle significa prendersi cura di cose concrete, non avere paura delle difficoltà quotidiane, nel matrimonio, risolverle sempre in due, perché la forza del matrimonio e della famiglia si trova nell’unità.

STAZIONE III

Gesù cade per la prima volta

Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l’iniquità di noi tutti (Is 53,6).

Sac. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

“Esprimo la più profonda fiducia che, malgrado tutta la mia debolezza, il Signore mi concederà ogni grazia necessaria per affrontare secondo la sua volontà qualsiasi compito, prova e sofferenza che vorrà richiedere dal suo servo, nel corso della vita. Ho anche fiducia che non permetterà mai che, mediante qualche mio atteggiamento: parole, opere o omissioni, possa tradire i miei obblighi in questa santa Sede petrina. (Giovanni Paolo II, postilla al Testamento)”.
„Totus tuus ego sum”.
“Anche durante questi esercizi spirituali ho riflettuto sulla verità del sacerdozio di Cristo nella prospettiva di quel transito che per ognuno di noi è il momento della propria morte. Del congedo da questo mondo, per nascere all’altro, al mondo futuro, segno eloquente e decisivo è per noi la Risurrezione di Cristo. (Giovanni Paolo II, postilla al Testamento del 24.II — 1.III.1980)”.

Meditazione:
La prima caduta nel matrimonio è mancare ai propri doveri derivanti dalle promesse fatte nel sacramento, giurando amore, fedeltà, probità matrimoniale. Giovanni Paolo II aveva fiducia che Dio lo avrebbe tenuto lontano dal venir meno ai suoi doveri sulla cattedra di Pietro. Oggi sappiano che quella fiducia ha dato buonissimi frutti e nessuno osa neppure pensare che Giovanni Paolo II abbia trascurato i suoi compiti pastorali. L’anello nuziale ti ricorda i tuoi doveri matrimoniali. Quanto pesa l’anello? Non si tratta del peso dell’oro ma della totalità della persona scelta, con le sue debolezze, difficoltà e speranze. Nella stazione della prima caduta, preghiamo ardentemente per le coppie a cui sono venute meno le forze e la fede di perseverare nei doveri matrimoniali.

STAZIONE IV

Gesù incontra sua Madre
Sua madre serbava
tutte queste cose
nel suo cuore (Lc 2,51).

Sac. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

“Oggi desidero aggiungere solo questo, che ognuno deve tener presente la prospettiva della morte. E deve esser pronto a presentarsi davanti al Signore e al Giudice, e contemporaneamente Redentore e Padre. Allora anche io prendo in considerazione questo continuamente, affidando quel momento decisivo alla Madre di Cristo e della Chiesa, alla Madre della mia speranza.
I tempi nei quali viviamo, sono indicibilmente difficili e inquieti. Difficile e tesa è diventata anche la via della Chiesa, prova caratteristica di questi tempi, tanto per i fedeli, quanto per i pastori. In alcuni Paesi (come p.es. in quello di cui ho letto durante gli esercizi spirituali), la Chiesa si trova in un periodo di persecuzione tale, da non essere inferiore a quelle dei primi secoli, anzi li supera per il grado della spietatezza e dell’odio. Sanguis martyrum, semen christianorum. E oltre a questo, tante persone scompaiono innocentemente, anche in questo Paese in cui viviamo…
(Giovanni Paolo II, postilla al Testamento del 24.II — 1.III.1980)”.

Meditazione:
Solo nell’incontro con la Madre, la famiglia può dire, come il Santo Padre: „I tempi, nei quali viviamo, sono indicibilmente difficili e inquieti”. Può parlare delle sue sofferenze, preoccupazioni e problemi. Solo al cuore della Madre si può bisbigliare con sicurezza che cosa fa male, parlare di coloro che in vario modo tormentano il matrimonio, dell’odio che tocca anche la vita della famiglia. A nessuno c’è bisogno di spiegare quanto questo sia talora difficile. Solo una cosa va continuamente tenuta presente: di affidarsi, in simili momenti, alla Madre Maria.

STAZIONE V

Simone di Cirene aiuta Gesù
a portare la croce
Se qualcuno vuol venire dietro di me,
rinneghi se stesso,
prenda la sua croce e mi segua (Mt 16,24).

Sac. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

“Desidero ancora una volta totalmente affidarmi alla grazia del Signore. Egli stesso deciderà quando e come devo finire la mia vita terrena e il ministero pastorale. Nella vita e nella morte Totus tuus mediante l’Immacolata. Accettando già ora questa morte, spero che il Cristo mi dia la grazia per l’ultimo passaggio, cioè la [mia] Pasqua. Spero anche che la renda utile per questa più importante causa alla quale cerco di servire: la salvezza degli uomini, la salvaguardia della famiglia umana, e in essa di tutte le nazioni e dei popoli (tra essi il cuore si rivolge in modo particolare alla mia patria terrena), utile per le persone che in modo particolare mi ha affidato, per la questione della Chiesa, per la gloria dello stesso Dio. (Giovanni Paolo II, postilla al Testamento del 24.II — 1.III.1980)”.

Meditazione:
Giovanni Paolo II è stato il Simone di Cirene per tutta la Chiesa e in particolare per la sua patria terrena, la Polonia. Considerando il mistero del matrimonio nella stazione del Cireneo, è forse bene domandarsi se la nostra vita matrimoniale è di aiuto a qualcuno come lo era stata la mano di quell’uomo che tornava dai campi il giorno della crocifissione del Signore. Aiuto mio marito a portare la sua croce? Porto sulle mie spalle il peso della mia consorte? Sono di sostegno per coloro che ci guardano da lato, vivendo difficoltà familiari? Talora è più difficile accettare l’aiuto degli altri che darlo, ma a coloro che si sono promessi di amarsi sino alla morte, non devrebbe mancare né l’uno né l’altro.

STAZIONE VI

La Veronica asciuga il volto di Gesù

L’anima mia ha sete del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il suo volto? (Sal 42,3).

Sac. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

“Non desidero aggiungere niente a quello che ho scritto un anno fa, solo esprimere questa prontezza e contemporaneamente questa fiducia, alla quale i presenti esercizi spirituali di nuovo mi hanno disposto. (Giovanni Paolo II, Postilla al Testamento del 24.II — 1.III.1980)”.
„Totus tuus ego sum”.
“Nel corso degli esercizi spirituali di quest’anno ho letto (più volte) il testo del testamento del 6.III.1979. Malgrado che tuttora lo consideri come provvisorio (non definitivo), lo lascio nella forma nella quale esiste. Non cambio (per ora) niente, e neppure aggiungo, per quanto riguarda le disposizioni in esso contenute.
L’attentato alla mia vita, il 13.V.1981, in qualche modo ha confermato l’esattezza delle parole scritte nel periodo degli esercizi spirituali del 1980 (24.II – 1.III).
Tanto più profondamente sento che mi trovo totalmente nelle mani di Dio, e resto continuamente a disposizione del mio Signore, affidandomi a Lui nella sua Immacolata Madre (Totus tuus). (Giovanni Paolo II. Annotazione al testamento del 5.III.1982)”.

Meditazione:
L’attentato a Giovanni Paolo II è il gesto che maggiormante contrasta col gesto della Veronica. Lei ha asciugato il volto di Gesù, qualcun altro ha insanguinato il volto del suo vicario. Lei col velo bianco della bontà, l’altro con il revolver dell’odio. Lei una santa, l’attentatore un criminale. Coraggiosi si può essere anche nel male, ma da me dipende avvicinarmi ai miei cari con il velo bianco della bontà. Dipende da me se nel mio cuore rimarrà l’immagine di Cristo, cui ho dato il mio aiuto nella persona di chi me lo chiedeva. Sono io a decidere, ogni giorno, se sarò una Veronica o un attentatore.

STAZIONE VII

Gesù cade per la seconda volta

I miti possederanno la terra e godranno
di una grande pace (Sal 37,11).

Sac. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
.

“P.s. In connessione con l’ultima frase del mio testamento del 6.III.1979 (sul luogo del funerale “decidano il Collegio cardinalizio e i connazionali”), chiarisco che ho in mente: il metropolita di Cracovia o il Consiglio generale dell’Episcopato polacco; al Collegio cardinalizio chiedo invece di soddisfare in quanto possibile le eventuali domande dei su elencati”. (Giovanni Paolo II. Annotazione al testamento del 5 III 1982)
“Ancora, per quanto riguarda l’espressione «Collegio cardinalizio e i connazionali»: il Collegio cardinalizio non ha nessun obbligo di interpellare su questo argomento i connazionali; può tuttavia farlo, se per qualche motivo lo riterrà giusto” (Giovanni Paolo II. Annotazione al testamento dell’1 III 1985, nel tempo degli Esercizi spirituali)”.

Meditazione:
Il Papa, scrivendo del Collegio cardinalizio che deve decidere del luogo della sua sepoltura, svela un’incredibile realtà del suo cuore. Quest’apertura alla decisione degli altri, quest’accettazione delle decisioni altrui.
La seconda caduta nel matrimonio dipende spesso dal contare solo su se stessi. Si tratta di un ostinato attenersi alle proprie ragioni. Si tratta di una lacerazione del corpo che nel sacramento del matrimonio è diventato un corpo solo da due corpi. Qui non si tratta solo di apertura ai consigli dell’ambiente, dei familiari, degli amici. Qui si tratta di un fondamentale comprendere che il coniuge ha lo stesso diritto di me di avere ragione.
In questa stazione chiediamo perdono per le famiglie disgregate a causa di stolta ostinazione, in discordia per l’attenersi, ognuno, solo alla propria verità.

STAZIONE VIII

Gesù incontra le donne di Gerusalemme
che piangono su di Lui
Figlie di Gerusalemme,
non piangete su di me;
ma piangete su voi stesse
e sui vostri figli! (Lc 23,28).

Sac. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

“Quando nel giorno 16 ottobre 1978 il conclave dei cardinali scelse Giovanni Paolo II, il Primate della Polonia Card. Stefan Wyszyński mi disse: «Il compito del nuovo papa sarà di introdurre la Chiesa nel terzo Millennio». Non so se ripeto esattamente la frase, ma almeno tale era il senso di ciò che allora sentii. Lo disse l’uomo che è passato alla storia come Primate del Millennio. Un grande Primate. Sono stato testimone della sua missione, del suo totale affidamento. Delle sue lotte: della sua vittoria. «La vittoria, quando avverrà, sarà una vittoria mediante Maria»; queste parole del suo predecessore, il Card. August Hlond, soleva ripetere il Primate del Millennio”. (Giovanni Paolo II. Annotazione al testamento degli Esercizi spirituali dell’anno giubilare 2000, 12-18 III)”.

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Meditazione:
La perseveranza nel portare la croce dipende in gran parte dalle persone che si incontrano nel cammino della vita. Indubbio aiuto ed amico per Giovanni Paolo fu il card. Stefan Wyszyński.
La famiglia, se vuole essere forte, deve imparare a distinguere coloro che veramente possono esserle di aiuto da quelli che si accontentano di compiangere la sorte altrui. Non è difficile incontrare persone che criticano la famiglia numerosa, la mancanza di responsabilità dei genitori nell’allevare i figli, il rimandare a più tardi la formazione della famiglia, la convivenza dei fidanzati prima del matrimonio, le separazioni determinate dai viaggi all’estero. Per coloro che si trovano in difficoltà nel fidanzamento, nel matrimonio e nella famiglia, non saranno mai di aiuto le donne che piangono, ma piuttosto Simone di Cirene e s. Veronica. Questi portano aiuto e sono un grande dono.

STAZIONE IX

Gesù cade sotto la croce per la terza volta

Come la cerva anela ai corsi d’acqua,
così l’anima mia anela a te, o Dio! (Sal 42,2).

Sac. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

“In questo modo sono stato in qualche maniera preparato al compito che il giorno 16 ottobre 1978 si è presentato davanti a me. Nel momento in cui scrivo queste parole, l’anno giubilare del 2000 è già una realtà in atto. La notte del 24 dicembre 1999 è stata aperta la simbolica porta del grande giubileo nella basilica di San Pietro, in seguito in quella di San Giovanni in Laterano, poi di Santa Maria Maggiore, a capodanno, e il giorno 19 gennaio la porta della basilica di San Paolo «fuori le mura». Quest’ultimo avvenimento, a motivo del suo carattere ecumenico, è rimasto impresso nella memoria in modo particolare.
Man mano che l’anno giubilare 2000 va avanti, di giorno in giorno si chiude dietro di noi il secolo ventesimo e si apre il secolo ventunesimo. Secondo i disegni della Provvidenza mi è stato dato di vivere nel difficile secolo che se ne sta andando nel passato, e ora nell’anno in cui l’età della mia vita giunge agli anni ottanta («octogesima adveniens»), bisogna domandarsi se non sia il tempo di ripetere con il biblico Simeone «Nunc dimittis».(Giovanni Paolo II. Annotazione al testamento degli Esercizi spirituali dell’anno giubilare 2000, 12-18 III)”.
Meditazione:
Il mancato festeggiamento del dono del matrimonio è spesso la terza caduta nella vita delle famiglie. Il Santo Padre, parlando dell’anno giubilare, tocca il mistero della grazia, il mistero dei festeggiamenti dei doni della misericordia di Dio. Il matrimonio va celebrato. Destinare nella quotidianità quegli attimi che possono dare carattere festivo alla vita familiare. Festeggiare circostanze piccole o grandi, che permettono di tornare a quello che c’è stato all’inizio. Non si deve far sì che l’abitudine, la routine o la svogliatezza dalla quotidianità, facciano sparire la gioia di essere insieme fino alla morte. Chiediamo con la preghiera, nella stazione della terza caduta, la capacità di far festa, con Dio e con i nostri cari, nella nostra vita matrimoniale e nelle nostre famiglie.

STAZIONE X

Gesù è spogliato delle sue vesti

Ora quella tunica era senza cuciture,
tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo.
Perciò dissero tra loro:
„Non stracciamola” (Gv 19,23-24).

Sac. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

“Nel giorno del 13 maggio 1981, il giorno dell’attentato al Papa durante l’udienza generale in piazza San Pietro, la Divina Provvidenza mi ha salvato in modo miracoloso dalla morte. Colui che è l’unico Signore della vita e della morte lui stesso mi ha prolungato questa vita, in un certo modo me l’ha donata di nuovo. Da questo momento essa ancora di più appartiene a lui. Spero che egli mi aiuterà a riconoscere fino a quando devo continuare questo servizio, al quale mi ha chiamato il giorno 16 ottobre 1978. Gli chiedo di volermi richiamare quando egli stesso vorrà. «Nella vita e nella morte apparteniamo al Signore… siamo del Signore» (cfr Rm 14, 8). Spero anche che fino a quando mi sarà donato di compiere il servizio petrino nella Chiesa, la Misericordia di Dio voglia prestarmi le forze necessarie per questo servizio. (Giovanni Paolo II. Annotazione al testamento degli Esercizi spirituali dell’anno giubilare 2000, 12-18 III)”.

Meditazione:
Molti desideravano togliere al Papa santo le vesti pontificali, mandarlo in pensione prima del tempo, privarlo di questa fondamentale dignità che si affida totalmente a Dio senza indicare a lui tempi e modi. Il dramma di privare delle vesti della dignità non manca neppure nell’ambito della vita familiare, dramma che spesso, sotto specie di verità e di bene, vuole distruggere l’altro. La promozione del matrimonio dello stesso sesso, la svalutazione dei divorzi, l’imposizione dei moderni metodi di educazione, non sono forse uno spogliare le famiglie delle vesti della dignità? Chiediamo a Gesù spogliato delle sue vesti, di vestire nuovamente la famiglia delle vesti della santità e della dignità.

STAZIONE XI

Gesù viene crocifisso

E quelli che passavano di là
lo insultavano scuotendo il capo (Mt 27,39).

Sac. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

„Come ogni anno durante gli esercizi spirituali ho letto il mio testamento del 6.III.1979. Continuo a mantenere le disposizioni contenute in esso. Quello che allora, e anche durante i successivi esercizi spirituali è stato aggiunto costituisce un riflesso della difficile e tesa situazione generale, che ha marcato gli anni ottanta. Dall’autunno dell’anno 1989 questa situazione è cambiata. L’ultimo decennio del secolo passato è stato libero dalle precedenti tensioni; ciò non significa che non abbia portato con sé nuovi problemi e difficoltà. In modo particolare sia lode alla Provvidenza divina per questo, che il periodo della così detta «guerra fredda» è finito senza il violento conflitto nucleare, di cui pesava sul mondo il pericolo nel periodo precedente. (Giovanni Paolo II. Annotazione al testamento degli Esercizi spirituali dell’anno giubilare 2000, 12-18 III)”.

Meditazione:
Inchiodato alla croce Gesù porta sul suo corpo il peso dei conflitti di tutte le generazioni, compresa quella nostra così difficile degli anni ottanta del secolo passato di cui scrive Giovanni Paolo II. Gesù è tenuto sulla croce anche dai chiodi dei conflitti familiari, delle tensioni, che spesso hanno conseguenze catastrofiche. Colui che non sa dire “scusa!”, e che non è neppure capace di accettare le scuse, non sarà mai una persona di pace. Il giorno dello sposalizio i genitori trasmettono ai loro figli la pace e la benedizione di Dio. Con cosa vuoi mandare nel mondo tuo figlio? Solo con un sacco di soldi e la spina dorsale morale infranta, oppure con Cristo, che lo tenga per mano? In questa stazione chiediamo al Signore Gesù il dono di sapersi perdonare e riconciliare.

STAZIONE XII

Gesù muore in croce

„Padre, nelle tue mani
consegno il mio spirito” (Lc 23,46).

Sac. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
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“Stando sulla soglia del terzo millennio «in medio Ecclesiae», desidero ancora una volta esprimere gratitudine allo Spirito Santo per il grande dono del Concilio Vaticano II, al quale insieme con l’intera Chiesa, e soprattutto con l’intero episcopato, mi sento debitore. Sono convinto che ancora a lungo sarà dato alle nuove generazioni di attingere alle ricchezze che questo Concilio del XX secolo ci ha elargito. Come vescovo che ha partecipato all’evento conciliare dal primo all’ultimo giorno, desidero affidare questo grande patrimonio a tutti coloro che sono e saranno in futuro chiamati a realizzarlo. Per parte mia ringrazio l’eterno Pastore che mi ha permesso di servire questa grandissima causa nel corso di tutti gli anni del mio pontificato.
«In medio Ecclesiae»… dai primi anni del mio servizio episcopale, appunto grazie al Concilio, mi è stato dato di sperimentare la fraterna comunione dell’Episcopato. Come sacerdote dell’Arcidiocesi di Cracovia avevo sperimentato che cosa fosse la fraterna comunione del presbiterio; il Concilio ha aperto una nuova dimensione di questa esperienza. (Giovanni Paolo II. Annotazione al testamento degli Esercizi spirituali dell’anno giubilare 2000, 12-18 III)”.

Meditazione:
Il Santo Padre, stando sulla soglia del terzo millennio, si sentiva debitore a Dio e alla gente. L’atteggiamento di gratitudine gli stava più profondamente nel cuore quando si metteva davanti a Gesù morente sulla croce. Ogni famiglia, ogni coppia che sa quanto ha ricevuto da Dio nella sua vita, starà davanti a Dio in atteggiamento di gratitudine. La croce a cui è stato appeso Gesù, croce che molti portano sul loro petto, che si trova nelle case e nei luoghi pubblici, deve continuamente ricordarci che, senza Dio, nessuna famiglia, nessun matrimonio possono durare. Anche se i coniugi non lo sanno, anche se rinnegano Dio, proprio lui, sofferente e inchiodato, sostiene con le sue braccia inchiodate ogni famiglia e tutti gli sposati.

STAZIONE XIII
Gesù deposto dalla croce

Disse al discepolo „Ecco tua madre”.
E da quel momento il discepolo la prese
nella sua casa“ (Gv 19,27).

Sac. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

“Quante persone dovrei qui elencare! Probabilmente il Signore Dio ha chiamato a sé la maggioranza di esse; quanto a coloro che ancora si trovano da questa parte, le parole di questo testamento li ricordino, tutti e dappertutto, dovunque si trovino. Nel corso degli oltre vent’anni da cui svolgo il servizio petrino «in medio Ecclesiae» ho sperimentato la benevola e quanto mai feconda collaborazione di tanti cardinali, arcivescovi e vescovi, di tanti sacerdoti, tante persone consacrate, fratelli e sorelle, infine di tantissime persone laiche, nell’ambiente curiale, nel Vicariato della Diocesi di Roma, nonché fuori di questi ambienti. Come non abbracciare con grata memoria tutti gli Episcopati nel mondo, con i quali mi sono incontrato nel succedersi delle visite «ad limina Apostolorum»? Come non ricordare anche tanti fratelli cristiani, non cattolici? E il rabbino di Roma e i tanto numerosi rappresentanti delle religioni non cristiane? E quanti rappresentanti del mondo della cultura, della scienza, della politica, dei mezzi di comunicazione sociale! (Giovanni Paolo II. Annotazione al testamento degli Esercizi spirituali dell’anno giubilare 2000, 12-18 III)”.
Meditazione:
Il Papa connazionale avrebbe voluto ricordare l’immensa folla di persone alle quali era grato, come Gesù che, deposto dalla croce, poteva contare sulla bontà di molti: Giuseppe d’Arimatea, Nicodemo e le pie donne.
La famiglia non dovrebbe essere grata solo a Dio, ma dovrebbe saper chiamare per nome tutti coloro che la accompagnano nella via terrena della croce. Tuo marito, tua moglie, hanno un nome. Con quanta frequenza vi fate il dono della parola: “grazie”? Pensiamo un momento a coloro da cui abbiamo ricevuto una buona parola, un buon gesto, un sacrificio. Raccomandiamoli a Dio. Siamo grati, perché abbiamo ricevuto molto da molti.

STAZIONE XIV

Gesù deposto nel sepolcro

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza (Sal 16,11).

Sac. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

“A misura che si avvicina il limite della mia vita terrena ritorno con la memoria all’inizio, ai miei genitori, al fratello e alla sorella (che non ho conosciuto, perché morì prima della mia nascita), alla parrocchia di Wadowice, dove sono stato battezzato, a quella città della mia giovinezza, ai coetanei, compagne e compagni della scuola elementare, del ginnasio, dell’università, fino ai tempi dell’occupazione, quando lavorai come operaio, e in seguito alla parrocchia di Niegowić, a quella cracoviana di S. Floriano, alla pastorale universitaria, all’ambiente… a tutti gli ambienti… a Cracovia e a Roma… alle persone che in modo speciale mi sono state affidate dal Signore; a tutti voglio dire una sola cosa: «Dio vi ricompensi»!
«In manus Tuas, Domine, commendo spiritum meum» (Giovanni Paolo II. Annotazione al testamento degli Esercizi spirituali dell’anno giubilare 2000, 12-18 III)”.

Meditazione:
Giovanni Paolo II scrive dell’avvicinarsi del termine della sua vita terrena. Quel termine ci è stato dato di viverlo il 2 aprile 2005. Stando alla stazione del sepolcro di Gesù, riportandoci col pensiero al sepolcro del più grande dei Polacchi, ricordando le tombe dei nostri cari, non si può non pensare che anche le coppie giovani si avvicinano ogni giorno al termine della loro vita terrena. La famiglia cristiana non ha paura della morte, non le incute timore il distacco, perché crede che si troverà di nuovo nella famiglia dei salvati con coloro che sulla terra sono stati i suoi cari.
Preghiamo in questa stazione per i coniugi defunti, per i figli morti tragicamente. Che nessuna famiglia abbia a terminare la Via Crucis senza la fede che Dio è il Signore della vita e della morte. Egli non permetterà di perire per sempre a coloro che ha amato fino alla fine.

Conclusione

Abbiamo percorso la via della croce, guidati da san Giovanni Paolo II. Grati per il testamento che egli ci ha lasciato, chiediamo per sua intercessione le grazie necessarie per i coniugi e per le famiglie.

Dio, Trinità santissima, Ti ringraziamo per aver dato alla Chiesa il Papa Giovanni Paolo II, nel quale si è meravigliosamente manifestata la tua bontà paterna, la gloria della croce di Cristo, e la bellezza dello Spirito d’amore. Egli, affidandosi totalmente alla tua misericordia e alla materna intercessione di Maria, ci ha mostrato la viva immagine di Gesù, buon pastore, indicandoci la santità, che è la misura della vita cristiana, come strada per raggiungere l’eterna unione con Te. Concedici, per i suoi meriti, secondo la tua volontà, la grazia che ti chiediamo. Signore, concedici che i coniugi e le famiglie vivano in amore e concordia, in amicizia con te, in pace con il prossimo. te lo chiediamo nella speranza che san Giovanni Paolo II interceda per noi in cielo. Amen.

XXX
Via Crucis ha preparato don Jacek Konieczny (parocchia Santa Kinga, Cracovia, Polonia [Parafia Świętej Kingi w Krakowie, Polska]).