In qualità di membri del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo II esprimiamo la nostra opposizione alle accuse mosse nello spazio pubblico polacco riguardo alla persona di San Giovanni Paolo II.
Sulla base dell’analisi dei documenti disponibili, è chiaro che il cardinale Karol Wojtyła, quando era arcivescovo di Cracovia, ha agito in conformità con l’allora vincolante Codice di Diritto Canonico in risposta ai casi di abusi sessuali commessi dal clero nei confronti di minori che gli sono stati segnalati; inoltre, in più di un’occasione, ha preceduto le azioni delle forze dell’ordine. Egli è stato guidato dal principio che ogni atto illecito deve essere giudicato e il suo autore deve affrontarne le conseguenze. A sua volta, come Papa, avendo riconosciuto la portata dei crimini sessuali, ha introdotto nella Chiesa le norme canoniche e pastorali necessarie per porre fine a questi crimini. Pertanto, gli esperti di varie parti del mondo sottolineano che è stato Giovanni Paolo II a iniziare la vera e propria lotta contro gli abusi sessuali sui minori nella Chiesa.
È chiaro che le accuse mosse oggi a Giovanni Paolo II non sono espressione di giustizia e di preoccupazione per coloro che hanno subito un torto, ma, essendo infondate, mirano a distruggere il buon nome del Papa polacco, a minare la sua autorità e a limitare l’impatto del suo insegnamento.
La verità non può essere trovata semplicemente cedendo alle emozioni o cedendo a vari tipi di pressione, compresa quella dei media. È anche difficile parlare di verità quando le informazioni vengono create per adattarsi a una tesi preconcetta e quando il tempo, le circostanze e le varie circostanze dell’evento in quel momento vengono ignorate quando si valuta il passato. La verità va sempre ricercata con onestà, diligenza e buon senso, cioè con la capacità di pensare razionalmente e di valutare la situazione in modo obiettivo. Questo non deve avvenire in un’atmosfera di diffamazione mediatica e di campagne diffamatorie.
In nome del bene comune della nostra patria, chiediamo che si ponga fine all’escalation di emozioni e divisioni lanciando – sulla base di documentazioni dubbie e di racconti di testimoni anonimi o sedicenti tali – accuse dannose contro San Giovanni Paolo II.