Spesso dimentichiamo che la meta della nostra vita è l’incontro finale con Dio, e pensiamo solo al presente, a “possedere, emergere, sistemarci”. Come se non dovessimo “mai partire per l’altra vita”, dove il Signore ci attende. Per essere pronti ad incontrarlo, dobbiamo “cooperare con Lui” già ora e “compiere azioni buone ispirate al suo amore”. Perchè “aspettare il Signore è necessario, e ci toglie dalle contraddizioni del momento”.
Le dieci vergini e le nozze, simbolo del Regni dei cieli
Guarda ancora alla vita eterna, Papa Francesco, nella sua riflessione domenicale prima della preghiera dell’Angelus, nella quale rilegge il Vangelo proposto dalla liturgia odierna e la parabola delle dieci vergini, “invitate a una festa nuziale, simbolo del Regno dei cieli”. Ricorda che ai tempi di Gesù ci si sposava di notte, e gli invitati accompagnavano gli sposi con lampade accese. Ma alcune damigelle, le stolte, non portano con sé l’olio, come invece fanno le sagge. Lo sposo ritarda, tutte si addormentano, ma quando arriva le stolte non hanno più olio per riaccendere le lampade, e le sagge non possono darglielo, perché non basterebbe per tutte. Così solo le sagge entrano al banchetto con lo sposo, mentre le stolte, andate a cercare l’olio, trovano poi la porta chiusa e vengono respinte.
ma anche ai piccoli incontri – piccoli e grandi incontri – di ogni giorno in vista di quell’incontro, per il quale non basta la lampada della fede, occorre anche l’olio della carità e delle opere buone.
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